Un pediatra per amico

intervista al dottor Di Mauro, specialista pediatra

Ci sono domande che affollano la mente di tutti i neo-genitori a cui solo il pediatra può dare risposta. Se ne avessimo uno tascabile probabilmente saremmo più sereni, o forse più ansiosi…

Abbiamo pensato ad alcune delle domande che ci siamo posti anche noi, totalmente inesperti di fronte a piccole nuove vite con ritmi e bisogni differenti dai nostri e le abbiamo proposte ad Antonio Di Mauro, medico, specialista in Pediatria e Dottore di Ricerca. Autore di pubblicazioni scientifiche edite su riviste internazionali in ambito neonatologico e pediatrico oltre ad essere divulgatore seguitissimo sui social.

1) Quali sono state le motivazioni alla base del suo percorso di studi che l’ha portata a specializzarsi in pediatria?

Della pediatria mi è sempre piaciuto il suo ruolo preventivo e sociale. Il pediatra più di ogni altro professionista della salute ha il privilegio di avere a che fare con pazienti sostanzialmente “sani”. Il suo ruolo è quello di mantenerli in salute attuando tutte le strategie preventive ed educazionali per garantire uno stile di vita sano, dalla nascita e per tutta la vita. Inoltre il pediatra è un osservatore privilegiato delle famiglie, il suo ruolo diventa quello di “sentinella” per tutta una serie di problematiche – non solo prettamente di salute – che possono minare lo sviluppo psicofisico dei bambini.

2) Qual è la domanda che le pongono più spesso i neogenitori in maniera apprensiva per la salute dei loro piccoli? E qual è la sua risposta?

La domanda “apprensiva” più comune è quella riguardante la febbre. Tra i genitori è vera “fever fobia” quando, in realtà, non bisogna essere ossessionati dalle lineette del termometro ma dalle condizioni generali del bambino. La febbre è solo un sintomo, non è una malattia. Va misurata con strumenti idonei, in sede ascellare. Va trattata con paracetamolo o ibuprofene per bocca, in base al peso, ricorrendo alla via rettale (supposte) soltanto in caso di vomito. Il bambino poi va sempre lasciato riposare, offrendogli spesso da bere a piccoli e frequenti sorsi. Va infine evitata la troppo abusata auto-medicazione.

3) Siamo abituati a pensare le feci di un solo colore, ma alla nascita del neonato i genitori si trovano di fronte ad un susseguirsi di colori. Quali sono i più frequenti? Da cosa dipendono?

Il colore delle feci varia in base a ciò che mangiamo, al metabolismo del cibo, al nostro microbiota intestinale. Oltre al colore, anche l’aspetto, la consistenza e il numero di evacuazioni variano con la crescita del bambino e con il suo stato di salute generale. Possiamo semplificare dicendo che tutte le sfumature di giallo/verde/marrone non devono preoccupare.

4) Quando il colore delle feci può diventare il sintomo-sentinella di altro? E come possiamo riconoscerlo facilmente?

I colori che devono preoccupare sono: il bianco, il nero e, ovviamente, il rosso del sangue…. Ma se c’è qualche dubbio è sempre bene consultare il proprio pediatra.

5) Da genitori, ci interroghiamo spesso sul sonno dei neonati, è così diverso dal nostro…come gestire al meglio le inevitabili differenze soprattutto nei primi tempi di questa bellissima nuova avventura di convivenza? E se il bambino continua nel tempo a dormire poco come possiamo intervenire per correggere il ritmo del sonno?

Il sonno “disturbato” è un problema che viene riportato all’attenzione del pediatra con una certa frequenza ed è molto difficile per noi definire il limite tra quello che è un “sonno normale” e quello che è “un sonno patologico” in un processo che presenta non solo un’evoluzione rapida nelle prime epoche della vita ma anche una percezione mediata dalla tollerabilità e dagli stati d’animo dei genitori.

In linea generale, fisiologicamente il neonato e il bambino presentano una risvegliabilità maggiore. Il neonato ha periodi di veglia e di sonno di durata simile, distribuiti egualmente durante il giorno e la notte con cicli che si alternano di circa 3-4 ore. Solo in seguito, quando la produzione della melatonina si stabilizza, i periodi di veglia diurna aumentano e i periodi di veglia notturna si riducono. Il primo intervento da effettuare per correggere il ritmo del sonno è quello di monitorare l’ambiente per intercettare tutte le possibili cause che potrebbero determinare un risveglio completo: suoni, luci, schermi ecc.

6) Sentiamo parlare spesso di una routine pre-nanna, che aiuti il piccolo a rilassarsi, comprensiva del bagnetto, ma ci sono delle regole su quando farlo? Prima o dopo il pasto?

Per il bambino tutto quello che è routine, tutto quello che è ripetizione di una sequenza nota, tranquillizza e rilassa. E così accade anche per il sonno. Tra queste sequenze, può esserci anche quella del bagnetto. Ogni famiglia ha la sua, ripetuta meglio sempre alla stessa ora, per stabilizzare al meglio i cicli sonno veglia.

 

Ringraziamo il Dott. Di Mauro per la disponibilità e il lavoro che ogni giorno porta avanti sui social, ormai un punto di riferimento per noi genitori in preda ai mille dubbi quotidiani e un alleato della salute dei nostri piccoli anche a distanza.

 

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