Il lavoro dei Bambini

Eccolo/a lì, assorto. Lo/a chiamiamo, ma sembra non sentirci impegnato/a com’è a spostare oggetti, ad andare avanti e indietro per la stanza o a ripetere gli stessi movimenti all’infinito.

Sta giocando.

Agli occhi adulti questa ripetizione può apparire inutile e priva di senso, ma il gioco è una cosa seria!
Il gioco è una cosa talmente seria che la Montessori diceva “Il gioco è il lavoro del bambino” e faceva riferimento alle dimensioni di impegno, importanza e serietà. Ed è proprio così che giocano, lo fanno come se fosse un lavoro, attribuendo a quello zelo lo sviluppo e l’affinamento delle loro competenze e abilità.
Tutto parte da un’intuizione, la scintilla della loro ricerca, e si ritrovano immersi nei loro sensi. Può trattarsi di un bel prato verde o di un sentiero di pietroline, dei profumi dei boschi ricchi di rami, muschio e pigne o della texture della corteccia di un albero. La natura offre ai bambini un immenso patrimonio di materiali naturali ricchi di stimoli e…il gioco è fatto!
E mentre giocano si rapportano con l’ambiente circostante, ne vengono influenzati e a loro volta lo modificano con le loro azioni, sviluppano la coordinazione oculo-manuale e la motricità fine che gli permette di svolgere anche le azioni più delicate e complicate. Potenziano le loro competenze sociali e l’empatia imparando a riconoscere l’altro e a rispettarne i tempi e i vissuti. Giocando allenano la concentrazione, l’immaginazione e la creatività che torneranno utili durante tutta la loro vita.
E allora cosa fare quando sembrano non ascoltare il nostro richiamo? Se la situazione ce lo permette, potremmo non fare nulla o sederci accanto a loro e osservarli, in rispettoso silenzio, crescere e diventare grandi.

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