Endometriosi: conoscerla per non sottovalutarla

Endometriosi: conoscerla per non sottovalutarla

Una donna su 10 soffre di endometriosi e spesso non ne è a conoscenza a causa della difficoltà di effettuare una diagnosi o perché il dolore provato viene declassato a “soliti problemi mestruali”. Marzo allora si colora di giallo per sensibilizzare e informare il maggior numero di persone e lottare contro i pregiudizi che ritengono l’endometriosi una scusa, un semplice dolore mestruale o un capriccio femminile. Abbiamo posto delle domande a riguardo al dottor Ferdinando Murgia, ginecologo dell’ospedale Miulli di Acquaviva delle fonti che ci ha svelato anche qualche accortezza alimentare da considerare.

  1. Cos’è realmente l’endometriosi? Qual è la principale causa?

 L’endometriosi è una patologia ginecologica benigna definita dalla presenza di focolai tessuto ghiandolare che normalmente riveste l’interno della cavità uterina al di fuori dell’utero. Stimiamo ad oggi, nel mondo occidentale, che ne soffra una donna in età fertile su dieci .

Non esiste una chiara causa dell’endometriosi, ma soltanto delle ipotesi sulla origne ed i relativi stili di vita e condizioni predisponenti.

Come spesso accade per fenomeni la cui interpretazione è in divenire, si è cercato di individuare dei fattori maggiormente associati alla incidenza di questa malattia e ve ne sono di carattere genetico, ormonale, infiammatorio, immunologico… sebbene restino ancora nel campo delle ipotesi.

  1. Quali sono i campanelli d’allarme a cui una donna deve prestare attenzione?

 Spesso non vi è corrispondenza univoca tra un sintomo, un quadro clinico e l’esordio di endometriosi. Vi sono più sintomi che più comunemente ci vengono riferiti dalle pazienti affette: in primis il dolore. Il dolore, esperienza sensoriale ma soprattutto emotiva, impatta spiacevolmente sulla qualità della vita talora in misura fortemente debilitante.  Frequente è la dismenorrea, e cioè il dolore pelvico in alcune fasi del ciclo mestruale che non di rado sfocia nel dolore pelvico cronico. Possono esservi delle irregolarità mestruali fino a dei veri e propri flussi emorragici. Un altro carattere tipico è la ricorrenza di sintomi intestinali: dalla costipazione, la diarrea, l’alvo alterno fino a fenomeni di vero e proprio spasmo rettale. Inoltre molte di queste donne vivono difficoltà nella procreazione fino a quadri di vera e propria infertilità.

  1. Perché la diagnosi arriva dopo anni di sofferenza?

 È una patologia che progredisce non raramente in modo silente e quando da segni o sintomi di se spesso lo fa in maniera del tutto aspecifica. Spesso la varietà dei sintomi porta la donna all’attenzione di altri Specialisti, non Ginecologi, con la tendenza a scotomizzare alcuni aspetti in un vagare infruttuoso e frustrante.

Alcuni disturbi sono sminuiti dallo stesso contesto sociale nel quale la donna vive , come ‘’normali’’ mentre sono tutt’altro che fisiologici; si pensi ad esempio al dolore pelvico, alla dismenorrea…

  1. I principali sintomi dell’endometriosi da che cosa sono caratterizzati? E in alcuni casi l’endometriosi può essere asintomatica?

 L’elenco dei sintomi della endometriosi è di fatto vasto quanto aspecifico. Pensiamo al dolore: il più delle volte è sordo, altre è un senso di peso o altre ancora continuo o in corrispondenza di alcune fasi del ciclo mestruale o accentuato da alcune posture.

Tocca a questo punto sfatare un mito transgenerazionale: la dismenorrea non è una condizione fisiologica della vita fertile della donna e non bisogna mai considerarla normale. È sempre un sintomo da attenzionare e approfondire, con la guida di uno Specialista. Il dolore mestruale sottovalutato contribuisce al ritardo diagnostico e all’instaurarsi di danni irreversibili.

Anche il dolore durante i rapporti sessuali, altresì detto dispareunia, è un fenomeno tutt’altro che fisiologico.   Vivere serenamente una vita riproduttiva in armonia con l’etica sociale e personale valorizza gli aspetti comunicativi, sentimentali e personali di un individuo e nella paziente con endometriosi non è raro il riscontro di turbe del desiderio, dell’eccitazione e dell’orgasmo con tutte le inferenze del caso.

I sintomi intestinali possono essere diversi, dal cosidetto tenesmo fino a fitte, sangue nelle feci, senso di peso, difficoltà nella evacuazione (dischezia), anche questi suggestivi di un quadro di malattia avanzato. Non è assolutamente escluso che possa essere asintomatica e questo è da tenere bene a mente laddove la progressione di malattia non va sempre di pari passo con un peggioramento dei sintomi.

  1. Esiste una cura? Come si può alleviare il dolore?

 Il farmaco ideale per il trattamento dell’endometriosi dovrebbe curare la malattia determinando la scomparsa dei focolai di endometriosi, migliorando simultaneamente la sintomatologia dolorosa e l’infertilità, e tale farmaco dovrebbe essere allo stesso tempo ben tollerato e sicuro per l’assunzione a lungo termine e possibilmente con un buon rapporto costi-benefici.

Questa ad oggi è una utopia e spetta al Medico, di concerto con la paziente, scegliere quale aspetto valorizzare di volta in volta.

Oggigiorno il primo approccio terapeutico è rappresentato dalla terapia medica basata su  farmaci antinfiammatori e sulla terapia ormonale.

La terapia ormonale invece si avvale di un nutrito elenco di farmaci ed una delle strategie più comunemente utilizzate è il trattamento con progestinico (con molecole simili a quelle prodotte naturalmente dalla donna durante la propria vita fertile), finalizzato a creare atrofia dei focolai di endometriosi. Questi farmaci consentono anche di ridurre la recidiva di malattia dopo chirurgia. Una percentuale variabile di donne che va dal 25 al 35% non trae beneficio da questo trattamento; tuttavia è possibile in tal caso somministrare altri farmaci con la possibilità di indurre talvolta una menopausa farmacologica ed arrestare la progressione di malattia.

Attualmente la speranza per le pazienti più critiche risiede nella ricerca che si sta concentrando sulla messa a punto di terapie alternative ed innovative per il trattamento dell’endometriosi.

In ultimo va detto che la gravidanza con il suo elevato tenore progestinico induce una soppressione della crescita dei focolai di endometriosi e ridurrebbe l’infiammazione locale influenzando positivamente il decorso di malattia.

Per quanto attiene la terapia chirurgica è strettamente necessaria una attenta selezione delle pazienti. In centri come il nostro Ospedale Miulli, l’implementazione di chirurgie sempre meno invasive, così come l’introduzione della chirurgia robot-assistita, consente di ottenere risultati eccellenti ed il più delle volte senza menomazioni sulla funzione riproduttiva e sull’immagine corporea.

  1. L’endometriosi da sola può comportare sterilità?

 È un legame molto dibattuto e controverso. Sono diverse le possibilità con cui la patologia interferisce sulla normale vita riproduttiva, molte delle quali dipendenti in parte dalla severità della endometriosi stessa. La distorsione della anatomia pelvica dovuta al processo infiammatorio cronico, le lesioni tubariche occlusive e il danno ovarico sono i principali determinanti.

Pianificare attentamente una gravidanza nella donna con endometriosi non è semplice e prima di ogni altra cosa bisogna considerare la possiblità di un concepimento spontaneo e solo successivamente valutare percorsi di procreazione medicalmente assistita (PMA). È opinione comune ma vivamente dibattuta che l’endometriosi ostacoli anche la buona riuscita di un percorso di procreazione medicalmente assistita. Esistono evidenze che l’endometriosi sia un fattore predisponente ad eventi ostetrici avversi come il parto pretermine, preeclampsia, placenta previa, ritardo di crescita intrauterino ed emorragia del post parto, ragioni per le quali è opportuno che anche la gravidanza di una donna affetta da endometriosi sia seguita in Centri di riferimento.

  1. Trattandosi di un’infiammazione, l’alimentazione, lo stile di vita e integratori specifici che puntano a ridurre l’infiammazione, si rivelano ad oggi come i migliori ausili e per lo più naturali per una riduzione sostenibile, a lungo termine e sana della malattia?

Questa è una domanda costantemente presente durante i colloqui con le nostre pazienti affette da endometriosi. Certamente uno stile di vita sano facilita il buon esito delle terapie medica e chirurgica ma definire una dieta anti-endometriosi tout court non sarebbe realistico.

In quanto malattia infiammatoria ed ormono-dipendente è intuitivo che lo stress ossidativo contribuisca allo sviluppo ed alla progressione dell’endometriosi. Una dieta bilanciata è sicuramente di beneficio ed a tal proposito la dieta mediterranea, nota per il suo elevato contenuto di antiinfiammatori, vitamine, minerali ed oligoelementi, è raccomandata. Diverse evidenze dibattute e talora controverse  indicano o controindicano determinati cibi. I cosidetti FODMAP (Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides and Polyols) non sono altro che quegli zuccheri contenuti soprattutto nei cibi processati; in alcuni casi escludere alcuni di questi alimenti dalla dieta allevia i sintomi. Tra questi vi sono però cibi irrinunciabili in una dieta bilanciata e sul lungo termine delle restrizioni senza consulto medico possono risultare dannose.  Parimenti aumentare l’apporto di alimenti contenenti omega-3 come i prodotti della pesca e diminuire tutti quegli alimenti che contengono omega-6 come l’olio di girasole (largamente utilizzato nei processi produttivi di merendine, biscotti…) è consigliabile. Ridurre il consumo di  carni da allevamento intensivo è associato alla minor incidenza di sindrome metabolica, anch’essa una condizione pro-infiammatoria ed intuitivamente siamo portati ad estendere lo stesso principio anche in questa popolazione di pazienti. Non va dimenticato, soprattutto laddove sussistano cicli emorragici, un adeguato intake giornaliero di verdure a foglia larga, ricche in ferro. Flavonoidi e polifenoli, contenuti in molti ortaggi e vegetali freschi, possono certamente avere un effetto benefico come anche le brassicacee (broccoli e simili), per la loro azione antinfiammatoria.

Può essere di una qualche beneficio apportare sostanze antinfiammatorie come curcuma, zenzero e garantirsi un buon apporto di alimenti contenenti vitamina A, C, E e magnesio. La vitamina D ha effetti immunomodulanti e da è più parti implicata anche nella buona salute riproduttiva; fondamentale è quindi in situazioni carenziali una  adeguata integrazione.

Attenzione ai cosidetti interferenti o perturbatori endocrini: un centinaio di molecole, alcuni veri e propri contaminanti ambientali, potenzialmente in grado di alterare la funzione degli assi ormonali e quindi causare effetti avversi sulla salute. Purtroppo sono molto diffusi e li ritroviamo in imballaggi alimentari, scatolame in latta, contenitori in plastica, pesticidi, tegami antiaderenti, accumulate nei pesci di grossa taglia,… Anche alcune sostanze contenute nella soia sono considerate interferente endocrini e andrebbero evitate in caso di endometriosi.

 

In conclusione l’attenzione che le donne affette da endometriosi meritano in ogni singolo aspetto della loro quotidianità e femminilità può scaturire soltanto in un contesto medico multidisciplinare, corale, la cui coerenza si rivela non solo in termini di preparazione e competenza ma anche passione e continua ricerca.

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